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13 maggio 1978: la Legge Basaglia e la rivoluzione della salute mentale in Italia

Lecce (martedì, 13 maggio 2025) — Il 13 maggio 1978 l’Italia scrisse una delle pagine più coraggiose e innovative della sua storia repubblicana. Con l’approvazione della Legge 180, conosciuta come Legge Basaglia, il nostro Paese divenne il primo al mondo a sancire per legge la chiusura dei manicomi, segnando una svolta epocale nel modo di intendere e affrontare la malattia mentale.

di Valeria Russo

Il testo normativo, simbolo di una vera rivoluzione culturale oltre che sanitaria, prese il nome da Franco Basaglia, lo psichiatra veneziano che, a partire dagli anni ’60, trasformò radicalmente il manicomio di Gorizia, introducendo il concetto di “comunità terapeutica” e restituendo dignità ai pazienti. Basaglia osò guardare oltre le diagnosi, oltre le etichette, vedendo negli internati non casi clinici ma persone, cittadini, esseri umani. Fino a quel momento, le strutture psichiatriche italiane – istituite ufficialmente dalla legge Giolitti del 1904 – erano luoghi di esclusione. Bastava essere “scomodi” o “inadatti” per finire dietro le sbarre: donne ribelli, madri depresse, omosessuali, prostitute. Il criterio di “pericolosità sociale” veniva spesso applicato in modo arbitrario e strumentale. La Legge 180 impose la chiusura dei manicomi, vietò la costruzione di nuove strutture simili e spostò la presa in carico del disagio psichico ai centri di salute mentale territoriali, puntando su interventi a carattere sociale e personalizzato. Il ricovero restava possibile solo in casi estremi e temporanei. Nonostante iniziali resistenze, carenze strutturali e una lenta attuazione in molte aree del Paese, la 180 rappresentò una svolta irreversibile. Non si trattava solo di riformare la psichiatria, ma di affermare il diritto alla libertà, alla cura e alla dignità per tutte le persone fragili, troppo a lungo dimenticate. A quasi cinquant’anni di distanza, quella legge continua a ricordarci che la salute mentale è prima di tutto una questione di diritti civili. E che una società giusta si riconosce anche da come accoglie, ascolta e include chi soffre.

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Last modified: Maggio 13, 2025
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