Lecce (venerdì, 20 giugno 2025) — C’è un’Italia che pensa ai bambini. Non quella delle culle vuote o delle promesse elettorali, ma quella dei medici che studiano, osservano e parlano solo quando hanno qualcosa da dire.
di Valeria Russo
Venerdì 20 giugno, alle 10.30, nell’aula del Polo didattico dell’ASL di Lecce, è stato presentato un libro che non è solo carta stampata: è un grido civile, un appello alla coscienza collettiva.
Il titolo è semplice e diretto: “La salute dei bambini – Migliorarla si può”. Lo firmano due nomi che non hanno bisogno di presentazioni: Mario De Curtis, pediatra di grande esperienza, voce rispettata nei comitati bioetici, e Silvio Garattini, farmacologo di fama, scienziato che ha passato la vita tra provette e diritti. A introdurre il libro, una prefazione d’eccezione: quella di Giorgio Parisi, Premio Nobel per la Fisica nel 2021. Perché anche la scienza, quando è vera, parla la stessa lingua: quella dell’impegno.
Le istituzioni ci sono. Ma ascolteranno?
All’evento sono intervenuti, in presenza o in collegamento, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice, e il sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone. Ha aperto i lavori Antonio Aguglia, presidente di Tria Corda OdV, un’associazione che da tredici anni lotta per un Polo pediatrico nel Salento. A fare gli onori di casa è stato il direttore generale dell’ASL di Lecce, Stefano Rossi.
Ma il centro, questa volta, non erano le poltrone, né i saluti di rito. Al centro c’erano loro: i bambini. E un’Italia che non li tutela come dovrebbe.
Nord e Sud, italiani e stranieri: disuguaglianze già alla nascita
Nel libro, De Curtis e Garattini non usano mezze misure. Raccontano – con grafici, dati e parole semplici – che nascere in Italia non significa nascere con gli stessi diritti. La geografia, l’origine etnica, il reddito, decidono troppo spesso se un bambino sarà curato in tempo, se potrà andare a scuola, se riceverà assistenza adeguata.
E dicono qualcosa di ancor più duro: le diseguaglianze sanitarie colpiscono soprattutto nei primi anni di vita. È lì, nei primi respiri, che si gioca gran parte del futuro. Ed è lì che troppo spesso perdiamo la partita.
Una nazione che fa meno figli ma anche meno speranza
C’è un altro dato che pesa come un macigno: nel 2023 in Italia sono nati appena 379mila bambini. Negli anni Sessanta erano più di un milione. Oggi, ogni donna in età fertile ha in media 1,2 figli. Si chiama denatalità, ma è anche un campanello d’allarme sociale. Perché una società che non fa figli è una società che ha smesso di credere nel futuro.
Un richiamo forte alla politica
Il libro, pagina dopo pagina, non accusa, ma chiama alla responsabilità. Ai medici, certo. Ma soprattutto alle istituzioni. Chiede di rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale, di garantirne i principi: universalità, uguaglianza, equità. E lo fa affrontando temi scomodi: i diritti dei bambini affetti da malattie incurabili, i figli delle famiglie omogenitoriali, le difficoltà legate alle adozioni.
De Curtis e Garattini non si limitano a fare diagnosi: propongono cure. E ricordano che il benessere dei più piccoli è una questione di civiltà. Proteggere la salute dei bambini – dicono – è un investimento nella società di domani.
Non solo medicina, ma giustizia sociale
L’evento, patrocinato da ASL Lecce, Ordine dei Medici della Provincia e Società Italiana di Pediatria, non è stato un’occasione mondana. È stato un momento per fermarsi, leggere, riflettere. E magari cambiare qualcosa. Perché quando si parla di bambini, non servono slogan. Servono scelte. E coraggio.
Last modified: Giugno 20, 2025