Porto Cesareo, Lecce – È stata la tecnologia a inchiodare un imprenditore 39enne, accusato di aver sversato liquami direttamente nella rete fognaria della cittadina ionica. I carabinieri lo hanno denunciato dopo un’indagine nata da segnalazioni dei residenti, preoccupati per i cattivi odori che da giorni infestavano alcune vie del centro.
Dalle prime verifiche è emerso che, nelle prime ore del mattino, l’uomo avrebbe utilizzato un autospurgo per scaricare materiali reflui nei tombini pubblici, compromettendo il corretto funzionamento della rete e generando un rischio ambientale e sanitario. A documentare tutto sono stati i droni e le dashcam in dotazione all’Arma, che hanno registrato le fasi dell’operazione, fornendo prove decisive.
di Nicola De Dominicis
Le immagini, acquisite durante un servizio di monitoraggio ambientale, mostrano il camion dell’impresa – un mezzo di proprietà di una società di leasing ma nella disponibilità del sospettato – mentre si ferma e svuota i liquami all’interno di un tombino. Un comportamento che, secondo gli investigatori, rivela una condotta reiterata e consapevole, finalizzata a evitare i costi di smaltimento regolare dei rifiuti liquidi.
L’episodio ha destato forte indignazione tra i cittadini, che già da tempo lamentavano odori nauseabondi e malfunzionamenti nella rete fognaria. Proprio le loro segnalazioni hanno dato il via all’indagine, condotta con un approccio sempre più orientato all’uso di strumenti digitali per la tutela ambientale. L’impiego di droni e dashcam, infatti, conferma la nuova strategia di controllo del territorio adottata dai carabinieri, capace di documentare con precisione comportamenti illeciti difficili da individuare con le sole pattuglie.
Il mezzo impiegato è stato sottoposto a sequestro e ulteriori accertamenti, mentre la Procura valuterà le eventuali responsabilità penali. L’episodio riporta l’attenzione sulla fragilità del sistema fognario locale e sulla necessità di un controllo costante per prevenire abusi che compromettono l’ambiente e la salute pubblica.
La vicenda, oltre a sottolineare la gravità dell’atto compiuto, rappresenta anche un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica possa diventare un alleato nella difesa del territorio e nella promozione di comportamenti più responsabili verso la collettività.
Spesso il progresso tecnologico ci fa paura, troppo veloce, troppo immediato, eppure casi come questo dimostrano come debbano essere ben altre le nostre paure, e soprattutto, a volte, ciò che spaventa in realtà ci protegge.
Last modified: Ottobre 31, 2025

