Scritto da 11:49 pm Lecce, Attualità, Top News

Innovazione, umanità e algoritmi: Lecce ospita il Congresso che guarda al futuro dell’oncologia

Lecce (mercoledì, 25 giugno 2025) —. C’è qualcosa di silenziosamente eroico nel continuo tentativo di migliorare le cure per chi lotta contro il cancro. Qualcosa che non fa rumore, che non fa notizia quanto dovrebbe, e che invece dovrebbe occupare le prime pagine con la stessa frequenza con cui ci si accalora per un calciomercato o una rissa in Parlamento.

di Valeria Russo

A Lecce, il 26 e 27 giugno, accade una di quelle cose che non rubano i titoli, ma che incidono davvero sulla vita delle persone: si tiene il congresso “Innovazione in Oncologia”, a cura della Dottoressa Silvana Leo, direttrice dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Vito Fazzi.

La sede è il Mercure Hotel President, ma il vero palcoscenico è il corpo umano, fragile e resistentissimo al tempo stesso, al centro di un confronto scientifico che guarda al domani con occhi lucidi e strumenti sempre più sofisticati. E no, non è un convegno come tanti. Perché la dottoressa Leo – che da quattordici anni guida anche il Congresso di Oncologia Geriatrica Salentina – non si limita ad aggiornare un’agenda scientifica: crea ogni anno uno spazio in cui innovazione e compassione si danno la mano. Che poi è la vera sfida della medicina moderna: curare senza disumanizzare, potenziare la tecnologia senza spegnere la relazione.

Il congresso di quest’anno si concentra su quanto di più attuale ci sia nel panorama oncologico: la biologia molecolare, le nuove frontiere farmacologiche, le nanotecnologie e l’intelligenza artificiale. Parole che suonano come buzzword da laboratorio d’avanguardia ma che, in realtà, possono significare qualcosa di semplicemente meraviglioso: trattamenti più efficaci, meno invasivi, più tollerabili. Tradotto: più possibilità di vivere e di vivere meglio.

Un tema centrale sarà proprio questo: come l’intelligenza artificiale – spesso temuta come usurpatrice del ruolo umano – possa invece essere alleata preziosa, strumento e non padrone. A dimostrarlo ci sarà un progetto pilota in corso nell’unità diretta dalla dottoressa Leo: un’applicazione scaricabile sullo smartphone che mette il paziente in contatto diretto con il proprio oncologo. Non un numero verde impersonale, ma una voce, un volto, una risposta – il ritorno di un contatto umano mediato sì dal digitale, ma più vicino di certe porte chiuse dei vecchi ospedali.

E poi ancora: le nuove terapie, la gestione delle tossicità (non solo fisiche, ma spesso anche psicologiche), l’oncologia di prossimità e l’umanizzazione delle cure. Un lessico che sorprende, quasi poetico nella sua ambizione: perché “umanizzazione” non è un termine retorico, ma una necessità quando si ha a che fare con malattie che mettono in discussione non solo il corpo, ma l’identità stessa del malato.

Sul palco ci saranno esperti di calibro nazionale, medici che non parlano per slogan, ma per dati e compassione, affiancati dall’équipe della dottoressa Leo. Una squadra che lavora, giorno dopo giorno, con la discrezione e la determinazione di chi sa che ogni piccolo miglioramento, ogni protocollo affinato, ogni parola detta nel modo giusto può fare la differenza.

In tempi in cui il dibattito pubblico si consuma troppo spesso sulle superfici, un congresso come questo è un richiamo alla sostanza. Alla fatica paziente della scienza. Alla capacità della tecnologia di servire, non sostituire. All’intelligenza, umana e artificiale, che non ha senso se non è al servizio della cura. Lecce, per due giorni, sarà la capitale di questo sguardo lungo. E chissà che, anche per questo, non diventi un po’ più giusta.

Condividi la notizia:
Last modified: Giugno 25, 2025
Close