Scritto da 2:04 pm Lecce, Attualità, Top News

Roca Vecchia, dove il tempo si ferma e la storia canta tra le onde

Lecce (domenica, 04 maggio 2025) — Quando il sole cala sull’Adriatico e la luce dorata accarezza le scogliere, c’è chi giura di udire canti misteriosi, simili al richiamo antico delle sirene. Succede a Roca Vecchia, marina di Melendugno, dove il confine tra realtà e mito si fa labile e il tempo sembra non avere più padroni.

di Valeria Russo

In questo angolo di Salento, dove le vestigia del passato affiorano dalla terra e dal mare, è facile sentirsi immersi in un’altra epoca. Le rovine greche e messapiche raccontano di un insediamento glorioso, mentre la presenza medievale è testimoniata da torri d’avvistamento e antiche necropoli affacciate su un mare dai riflessi cangianti. Un paesaggio che incanta e inquieta, sospeso tra storia e leggenda. A dare nuovo lustro a questo luogo fu, a partire dal 1983, il professor Mimmo Pagliara. I suoi studi, condotti con l’allora Università degli Studi di Lecce, portarono a sensazionali scoperte archeologiche nella Grotta della Poesia Piccola, una cavità carsica affacciata sul mare che oggi rappresenta uno dei siti più affascinanti del Mediterraneo. Negli anni ’90, alcuni giovani salentini attraversarono a nuoto il cunicolo sommerso lungo circa 80 metri che collegava la grotta al mare aperto. Un’impresa epica, resa ormai impossibile dalle misure di sicurezza adottate negli anni successivi: a causa del rischio crolli, l’accesso è stato chiuso per proteggere la cavità dalle continue erosioni provocate dai venti di tramontana. Eppure Roca continua ad affascinare. Troppo spesso attraversata frettolosamente da chi va da San Foca a Torre dell’Orso, la marina cela un’anima antica e immortale. Se solo ci si fermasse a guardare, ad ascoltare, si scoprirebbe che tra le sue rocce e i suoi silenzi sopravvive una voce che racconta di uomini, dei, mare e poesia. Una voce che non teme il tempo.

Condividi la notizia:
Last modified: Maggio 4, 2025
Close