Lecce (domenica, 04 maggio 2025) — Nel cuore del Salento, terra di sole, vento e mare, la pasta fatta in casa è molto più di un alimento: è un rito familiare, una testimonianza viva di cultura e identità. Tra le case imbiancate e le campagne assolate, impastare farina e acqua è un gesto quotidiano che racconta storie, tramanda affetti e custodisce la memoria di un popolo.
di Valeria Russo
Qui preparare la pasta fresca è un momento collettivo che coinvolge più generazioni. Intorno a un tavolo si ripetono gesti antichi, tramandati da madri a figlie, da nonni a nipoti. Le mani sapienti trasformano ingredienti poveri in autentiche prelibatezze: orecchiette, sagne ‘ncannulate, maccheroni. Ogni formato ha una storia da raccontare, ogni piatto è un ponte tra passato e presente. Gli ingredienti sono pochi, semplici e genuini: farina di grano duro, acqua, un pizzico di sale. Eppure, da questa essenzialità nasce un prodotto dal gusto profondo e autentico, capace di evocare il sapore della terra rossa, l’aroma del mare, il calore del sole salentino. Il condimento, spesso, è altrettanto essenziale: pomodoro fresco, basilico, olio extravergine d’oliva e un tocco di peperoncino. A seconda della stagione, la pasta si arricchisce di verdure locali, pesce fresco o ricotta salata, in un connubio perfetto tra semplicità e sapore. Ma la pasta fatta in casa in Salento è anche un messaggio. È ospitalità, è lentezza, è cura. Sedersi a tavola con un piatto fumante significa condividere un’emozione, celebrare un legame, raccontare la propria storia. Per chi visita il Salento, partecipare a un corso di pasta fresca non è solo un’attività turistica, ma un’esperienza immersiva. Significa mettere le mani nella farina, ascoltare i racconti di chi custodisce questa arte e portare con sé un pezzo autentico di Puglia. Perché ogni orecchietta fatta a mano è un piccolo capolavoro, e ogni boccone racchiude il sapore genuino di una terra che sa ancora parlare con il cuore.
Last modified: Maggio 4, 2025