Scritto da 11:49 pm Lecce, Attualità, Top News

Turismo nel Salento: tra presenze record e assenza di strategia

Lecce (domenica, 25 maggio 2025) — Con l’arrivo dei primi turisti e le spiagge che lentamente tornano a popolarsi, prende ufficialmente il via la stagione estiva nel Salento. Un risveglio che somiglia a un lento uscire da un lungo letargo: la primavera fatica a imporsi, mentre l’estate preme già forte alle porte.

di Valeria Russo

Ma se da un lato si registrano i primi flussi, dall’altro riaffiorano problemi noti e mai risolti, che accompagnano da anni il settore turistico locale.

Mare e rifiuti, case vacanze e irregolarità

L’immagine da cartolina della costa è spesso macchiata dai residui lasciati dalle mareggiate invernali e, più tristemente, dall’incuria umana. Anche lontano dalle spiagge, tra le campagne e le aree rurali, non manca il degrado ambientale, frutto di una cultura che in molti casi antepone l’interesse personale – una casa vacanze abusiva, un bed and breakfast non dichiarato, una tassa non pagata – alla tutela del territorio.

Prezzi in crescita, qualità incerta

I costi per soggiornare nel Salento continuano ad aumentare, mentre il rapporto qualità-prezzo spesso non tiene il passo. Si fa affidamento sulla costanza dei flussi turistici, forti anche del potere d’acquisto più elevato dei visitatori rispetto a quello medio dei lavoratori locali. Ma la domanda resta concentrata in un periodo ristretto: il 70% delle presenze annuali si concentra tra maggio e ottobre. Per sei mesi l’anno il Salento lavora per il turismo altrui; per i restanti sei, si ferma in un silenzio quasi forzato.

Un’economia turistica senza visione

Nonostante i numeri in crescita, il turismo non sembra produrre ricadute strutturali in termini di occupazione stabile, valorizzazione culturale o salvaguardia ambientale. I salari restano bassi, le competenze specifiche rare, e la precarietà domina un mercato del lavoro stagionale e poco regolamentato. A fronte di questa situazione, manca un disegno strategico che definisca obiettivi a lungo termine e strumenti di governance adeguati.

Eventi sì, ma con progettualità

In assenza di politiche strutturate, il territorio si affida alla forza degli eventi: sagre, concerti, feste patronali, grandi appuntamenti come la Notte della Taranta o il passaggio del Giro d’Italia. Tutto utile, ma spesso scollegato da una visione complessiva. Molti eventi si concentrano nei mesi estivi, quando i turisti sono già presenti, invece che nelle stagioni spalla, da novembre ad aprile, che potrebbero realmente beneficiare di iniziative di rilancio.

Dati che parlano chiaro

I numeri confermano la necessità di ripensare il modello turistico. A Lecce, ad esempio, la permanenza media dei visitatori è di 2,8 notti, contro una media nazionale di 3,1. E il rapporto tra turisti annuali e residenti è di circa 4 a 1: un dato modesto, che sfata ogni allarme legato al cosiddetto overtourism. La sensazione di sovraffollamento e squilibrio percepita nei mesi centrali non deriva da un numero eccessivo di visitatori, ma dall’incapacità di gestire i flussi in modo equilibrato e sostenibile.

Turismo come opportunità, non solo come vetrina

Occorre smettere di trattare il turismo come un fine e iniziare a concepirlo come uno strumento. Gli eventi, se inseriti in una pianificazione a lungo termine, possono diventare leve importanti per destagionalizzare, distribuire meglio i flussi e costruire un’offerta integrata, basata non solo sulla promozione, ma anche sulla qualità, sull’identità territoriale e sulla sostenibilità. Senza una strategia condivisa, il rischio è che il Salento continui a vivere un turismo “usa e getta”: redditizio per pochi, pesante per molti, sterile per il futuro.

Condividi la notizia:
Last modified: Maggio 25, 2025
Close