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Olio, boom di import extra UE, Coldiretti e Unaprol: quando un registro europeo di tracciabilità?

Lecce – Le tristi vicende in campo agricolo legate alla diffusione della Xylella sono tristemente note a tutti. Il nostro giornale in più di un’occasione ha dato notizia del fenomeno e delle innumerevoli ripercussioni non solo sul piano economico, ma anche sociale e persino in qualche modo emotivo per l’intero Salento. Ma il settore oleario deve fare i conti, come se già non bastasse, anche con un altro grave problema che riguarda l’intera Puglia.

Nicola De Dominicis

Infatti, il settore olivicolo pugliese si trova oggi ad affrontare una nuova ondata di importazioni di olio straniero che, nei primi sette mesi del 2025, hanno registrato un aumento del 64%. Una crescita che rischia di compromettere la campagna olearia appena avviata e di mettere sotto pressione un comparto già segnato da costi elevati e margini ridotti.

L’allarme arriva da Coldiretti e Unaprol, che chiedono interventi immediati dell’Unione Europea per arginare pratiche sleali e verificare eventuali violazioni delle norme sulla concorrenza. Il problema è duplice: da un lato, sul mercato circola olio extravergine venduto a 9 €/kg a fronte di giacenze minime e costi di produzione in crescita; dall’altro, si registra l’arrivo di olio extra UE venduto a meno di 3 €/kg, proveniente in particolare da Nord Africa e Turchia. Questa sproporzione genera una pressione artificiale sui prezzi che penalizza produttori italiani e spagnoli, con oltre 385 milioni di chili di olio straniero entrati nel mercato europeo.

Il presidente di Unaprol, David Granieri, denuncia “movimentazioni anomale e sospette” di olio estero, spesso reimmesso nel mercato comunitario a prezzi stracciati, alterando l’equilibrio della filiera. Senza un Registro Europeo di Tracciabilità, spiega Granieri, “il sistema del perfezionamento attivo consente operazioni elusive che possono far passare per europeo olio di origine extra UE”, con rischi di frode e danni economici enormi.

La Spagna, principale importatrice di olio tunisino, è al centro delle preoccupazioni perché non dispone di un sistema di tracciabilità comparabile a quello italiano, il Registro Telematico dell’Olio. Questa assenza di controlli facilita triangolazioni sospette e minaccia la credibilità dell’intero comparto oleario europeo. Da qui la proposta di Coldiretti e Unaprol di creare un Registro Unico di Tracciabilità Europeo, capace di monitorare i flussi in tempo reale e garantire trasparenza e concorrenza leale.

L’olivicoltura pugliese, che copre 370mila ettari e produce 5 DOP e 1 IGP, rappresenta una ricchezza ambientale ed economica di valore nazionale, con 60 milioni di ulivi e una produzione lorda vendibile di un miliardo di euro. Difendere questo patrimonio significa salvaguardare qualità, legalità e lavoro, principi che l’Italia non può permettersi di svendere.

Immagine libera di repertorio da Pixabay.com.

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Last modified: Ottobre 27, 2025
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