Lecce – Una proposta di lavoro si è trasformata in un incubo per una studentessa universitaria di 20 anni, originaria della provincia di Bari. L’uomo che le aveva promesso un impiego come addetta alle pulizie si è rivelato invece un presunto molestatore. Nella mattinata di ieri, la Divisione Anticrimine della Questura di Lecce, insieme agli agenti del Commissariato di Monopoli, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 54enne del nord Salento, già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti penali. L’accusa è di violenza sessuale e lesioni personali aggravate.
di Nicola De Dominicis
Le indagini, scattate dopo la denuncia della vittima e coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce, hanno ricostruito i passaggi di una vicenda che ha avuto inizio lo scorso settembre. La giovane aveva pubblicato un annuncio su una pagina Facebook dedicata alla ricerca di lavoro, ricevendo la risposta dell’uomo, che le offriva un impiego nel proprio appartamento e si diceva disposto ad accompagnarla personalmente. Fidandosi, la ragazza ha accettato l’incontro nel capoluogo salentino.
Una volta giunti sul posto, l’uomo l’ha condotta in un monolocale privo di finestre, dove il colloquio si è presto trasformato in un episodio di molestie fisiche e verbali. Dopo aver rifiutato le avances, la giovane è stata costretta a subire atti sessuali. Solo dopo essere stata riaccompagnata a casa, in stato di shock, ha trovato il coraggio di recarsi al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lecce, dove sono state riscontrate lesioni compatibili con il racconto, e di rivolgersi immediatamente alla Polizia di Stato.
Gli agenti hanno attivato il protocollo del “Codice Rosso”, che prevede una risposta immediata nei casi di violenza di genere. Grazie a una rapida attività investigativa, il sospettato è stato identificato e denunciato. Il Giudice per le Indagini Preliminari, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero, ha disposto la custodia cautelare in carcere.
Durante la perquisizione domiciliare, gli agenti hanno trovato cellulari, tablet e un paio di manette, tutto materiale sequestrato per ulteriori accertamenti. Resta fermo il principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva, ma il caso riaccende l’attenzione sulla vulnerabilità delle giovani donne di fronte a false offerte di lavoro online.
Immagine libera di repertorio da Pixabay.com.
Last modified: Ottobre 31, 2025

