Lecce– Nella sezione femminile della Casa circondariale Borgo San Nicola, il teatro diventa strumento di libertà, racconto e consapevolezza. Il 5 novembre è in programma un nuovo appuntamento del progetto “Bellezza mia – Anatomia tragicomica della vita delle ragazze”, con il workshop condotto da Simonetta Musitano, attrice comica transgender tra le voci più originali della queer comedy italiana. L’iniziativa, promossa da Factory Compagnia Transadriatica in collaborazione con l’Università del Salento, il Polo Biblio-Museale di Lecce e Antigone Puglia, rientra nel programma “Futura – La Puglia per la parità” e affronta, attraverso il linguaggio teatrale, stereotipi, identità e discriminazioni di genere.
di Nicola De Dominicis
Il laboratorio – coordinato da Carmen Ines Tarantino e Benedetta Pati, attrici e pedagoghe con lunga esperienza di teatro sociale – coinvolge donne detenute, lavoratrici, studentesse e volontarie, in un percorso di drammaturgia collettiva e interculturale. L’obiettivo è duplice: restituire alle partecipanti la possibilità di raccontarsi in prima persona e trasformare la propria esperienza in materia artistica e civile, capace di parlare all’intera comunità.
Durante l’incontro dal titolo “Da dove nasce la risata”, Simonetta Musitano accompagnerà le partecipanti in un viaggio nelle radici e nelle dinamiche della comicità, esplorando i tempi, i ritmi e i meccanismi del comico. La risata, spiegano gli organizzatori, è qui intesa non come fuga, ma come atto liberatorio e conoscitivo: uno strumento per guardarsi dentro, accettarsi e ribaltare i ruoli imposti dalla società.
La cifra stilistica del progetto è quella della stand-up comedy, intrecciata a teatro di figura e clownerie, un linguaggio ironico e dissacrante che consente di affrontare temi drammatici con leggerezza e profondità. Attraverso la scrittura, l’osservazione e l’autoironia, le partecipanti attraversano le tappe della vita femminile – dall’infanzia alla vecchiaia – scoprendo che l’umorismo può essere un modo per dare voce al dolore, alle fragilità e al desiderio di rinascita.
Il progetto culminerà in una restituzione pubblica prevista a dicembre, dopo l’ultimo laboratorio guidato da Daria Paoletta, figura di spicco del teatro di narrazione. “Bellezza mia” dimostra come il teatro, anche in carcere, possa diventare un luogo di rinascita e libertà interiore, un gesto politico e poetico che restituisce umanità a chi troppo spesso ne è privato.
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Last modified: Novembre 3, 2025

