Lecce (martedì, 24 giugno 2025) — Non si dica che i giovani italiani non brillano più. È solo che lo fanno talmente forte che, per vederli bene, tocca alzare lo sguardo fino alle stelle – o quantomeno alle classifiche internazionali.
di Valeria Russo
Quattro studenti salentini, infatti, non si sono accontentati di sognare in grande: hanno deciso di calcolare, sperimentare e osservare il mondo fino a conquistarsi un posto d’onore nelle squadre nazionali delle Olimpiadi scientifiche. Non quelle da spalti e trombette, ma da notti insonni, formule fitte e telescopi puntati al cielo.
Fisica in Bulgaria, Matematica negli Emirati Arabi, Chimica in Australia, Astronomia e Astrofisica in India: quattro discipline, quattro continenti, e un’unica provincia italiana a brillare così intensamente da fare invidia al firmamento. Si chiama Lecce, e questa volta non per il barocco né per il mare, ma per la mente.
Il primo a partire – e a tornare con una medaglia di bronzo al collo – è stato Francesco Poto, alfiere del liceo “De Giorgi”, che a Sofia ha dimostrato che il Salento non è solo pizzica e tramonti, ma anche forza, massa e accelerazione. A lui seguiranno, come comete in scia, Anna Pia Mazzeo (ancora dal “De Giorgi”), Lorenzo Degli Atti e Francesco Leccese del “Banzi Bazoli”, l’altro tempio laico della scienza leccese.
E se ogni spedizione che si rispetti merita una cerimonia, ecco che il presidente della Provincia Stefano Minerva ha convocato i magnifici quattro per l’atto simbolico (ma non troppo) della firma sul libro d’onore. Un gesto che ha il sapore di una foto di famiglia messa nel portafogli della comunità. A fare da cornice, i presidi Raffaele Capone e Antonella Manca, i docenti, i genitori e – si spera – un buffet sobrio, ché le menti sopraffine non vivono di pasticciotti.
Il tutto nell’ambito di un’iniziativa chiamata “Giornate di promozione della cultura scientifica”, firmata Gianni Podo. Nome poco altisonante per un progetto tanto ambizioso: coltivare menti che non abbiano paura di misurarsi col mondo. O, per meglio dire, di misurarlo in Newton, Pascal, Kelvin e compagnia bella.
È curioso pensare che mentre molti dei coetanei sono impegnati in un’estenuante ricerca del Wi-Fi più stabile sulla costa, questi ragazzi si allenano alla gravità quantistica o alla geometria non euclidea. Ma è anche rincuorante sapere che in mezzo a tanta distrazione, c’è ancora chi si incanta di fronte a un’equazione ben risolta, a una reazione chimica riuscita, a un cielo notturno che sa ancora parlare.
E allora ben vengano i podi lontani, le medaglie conquistate tra fusi orari e lingue straniere. Perché la scienza – come l’intelligenza – non ha bisogno di confini. E ogni tanto, da una provincia qualsiasi del Sud, può partire un lampo di genio. Anzi, quattro.
Last modified: Giugno 24, 2025