Tricase, – Continua nel Salento il mini tour di “Fragile – Piccola fenomenologia di coppia”, spettacolo poetico e struggente che riflette sulla delicatezza delle relazioni umane e sulla fragilità dell’esistenza quotidiana. Scritto e diretto da Tino Caspanello per TerramMare Teatro, con Silvia Civilla e Pietro Pizzuti, Fragile approda ancora una volta nei teatri e negli spazi culturali del territorio: sabato 8 novembre al Castello di Tutino di Tricase, venerdì 14 a Nasca I Teatri di Lecce e sabato 15 al Tex Teatro dell’Ex Fadda di San Vito dei Normanni.
di Nicola De Dominicis
Al centro del racconto ci sono due artisti di strada che, in un teatro vuoto, aspettano un pubblico che forse non arriverà mai. Nell’attesa, consumano il rito della loro vita fatta di rinunce, giochi, malinconie e piccole violenze quotidiane. Lei danza, lui cerca invano di gonfiare palloncini: gesti semplici e poetici che diventano metafora di una condizione universale di precarietà. È una storia sospesa, in bilico tra realtà e poesia, che interroga il senso del vivere “fuori misura”, lontano dalle certezze e dentro la vulnerabilità dei sentimenti.
Lo spettacolo si muove come un delicato meccanismo teatrale in cui ogni parola, pausa e silenzio sono calibrati per restituire autenticità e prossimità emotiva. Caspanello costruisce uno spazio scenico che non è solo luogo fisico, ma dimensione interiore, dove i protagonisti affrontano il proprio specchio e il pubblico è invitato a riflettersi nelle loro contraddizioni. In quell’attesa – dell’esibizione, di una moneta, di un gesto d’amore – si riconosce l’umanità fragile di chi lotta per esistere, per farsi vedere, per essere ascoltato.
Il regista spiega come la storia dei due protagonisti, riletta alla luce dell’attualità, diventi oggi simbolo di una condizione esistenziale e lavorativa precaria che non può lasciare indifferenti. “Abbiamo voluto creare un’intimità – scrive Caspanello – che conducesse i personaggi e il pubblico verso un’analisi delle relazioni, segnate non solo dalle scelte personali ma anche dalle circostanze che la vita impone”.
E viene da aggiunge che dopo il Covid la fragilità umana si è mostrata come non mai, tanto da doverla raccontare partendo proprio dall’immagine di un teatro vuoto, senza pubblico, ma solo con due artisti in perenne attesa di potersi esibire, metafora calzante della condizione “fragile” del teatro durante il Covid.
Un teatro fragile e minimale, dunque, ma capace di generare un’eco profonda, in cui la fragilità diventa forza e la poesia una forma di resistenza.
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Last modified: Novembre 5, 2025

