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Italia sempre più anziana e vuota: allarme spopolamento, soprattutto nel Mezzogiorno

Lecce (mercoledì, 18 giugno 2025) — L’Italia continua a invecchiare e a perdere popolazione, con uno squilibrio crescente che colpisce in modo particolarmente allarmante il Mezzogiorno.

di Valeria Russo

Secondo i dati resi noti dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso di un’audizione presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla transizione demografica, entro il 2050 potrebbero scomparire 3,4 milioni di residenti al Sud, cifra destinata a salire fino a 7,9 milioni entro il 2080.

Un quadro preoccupante, quello tracciato dal ministro, che ha parlato apertamente di “dramma territoriale” riferendosi alle aree interne del Paese, sempre più svuotate dalla fuga dei giovani e dal calo delle nascite. «Quando mancano persone in età fertile e restano solo gli anziani – ha sottolineato – la natalità crolla e intere comunità rischiano l’estinzione».

Dal punto di vista della fecondità, i numeri del 2024 non offrono segnali incoraggianti. Al Centro Italia il tasso di natalità è rimasto fermo rispetto al 2023 (1,12 figli per donna), mentre sia il Nord che il Sud registrano un’ulteriore flessione: il Nord scende a 1,19, mentre il Mezzogiorno tocca il nuovo minimo storico di 1,20, avvicinandosi sempre di più ai livelli più bassi d’Europa.

Il tema della denatalità, secondo Giorgetti, è noto a tutta la classe dirigente ma viene sistematicamente ignorato nel dibattito politico. «Chiunque faccia politica sa cosa sta accadendo, ma per molti non rappresenta una priorità – ha detto con tono critico –. Non è il primo, né il secondo o terzo punto nell’agenda politica di nessuno. E quindi resta in fondo, senza azioni concrete».

Il ministro ha quindi lanciato un appello diretto ai parlamentari della Commissione affinché riportino la questione al centro del confronto istituzionale: «Avete la responsabilità di suonare l’allarme. Questo problema non riguarda solo chi governa oggi, ma chi guiderà il Paese tra dieci, quindici o vent’anni. È una sfida collettiva, che coinvolge tutta la comunità nazionale».

La fotografia emersa conferma un’emergenza strutturale, che non può più essere rimandata. Il declino demografico dell’Italia, unito all’invecchiamento della popolazione e alla fragilità dei territori più marginali, pone interrogativi urgenti sul futuro del Paese: chi abiterà le città e i borghi del domani? E chi sosterrà il sistema produttivo e previdenziale? Domande sempre più pressanti, che richiedono risposte politiche all’altezza della crisi in atto.

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Last modified: Giugno 18, 2025
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