Scritto da 5:54 pm Lecce, Attualità, Top News

Là dove osano i mattoni

Lecce (Lunedì, 23 giugno 2025) — Succede, a volte, che perfino i vincoli — parola severa, quasi una minaccia — si scoprano flessibili come un elastico lasciato troppo tempo al sole. È il caso di un terreno a Lido Conchiglie, ridente località del Salento dove il mare è azzurro, il tramonto è commovente e il cemento scalpita per farsi largo tra le dune.

di Valeria Russo

La notizia, in apparenza tecnica, racconta però molto del nostro complicato rapporto con la terra (e con la legge). Il Tar di Lecce, con una sentenza che ha la grazia della giurisprudenza e il peso del precedente, ha stabilito che il vincolo di inedificabilità entro i 300 metri dalla costa, quello che la Legge Galasso aveva provato a piantare come un paletto tra l’ambiente e l’escavatore, non è poi così assoluto.

Il caso riguarda un cittadino — non un palazzinaro, non un colosso dell’edilizia, ma un privato con due villette in mente, settanta metri quadri l’una, giardino retrostante e parcheggio, perché si sa, anche la vista mare ha bisogno del suo SUV.

Il terreno è classificato come zona B20: residenziale, urbanizzata, addirittura pre-Galasso. E soprattutto, dettaglio urbanistico che sa di moralismo rovesciato, è l’ultima particella rimasta senza casa in mezzo a un alveare già stipato di costruzioni. Come dire: se tutti hanno costruito, perché proprio lui no? Un’argomentazione che, a ben vedere, non avrebbe sfigurato nemmeno nel processo a Pinocchio.

Il Comune di Gallipoli, da parte sua, ha scelto la via del silenzio: non si è costituito in giudizio. Una mossa che potrebbe sembrare zen, se non somigliasse tanto a una resa. Così, tra ricorsi, sentenze e vincoli che svaniscono, si affaccia un principio di diritto che sa di lascia-passare: se il terreno era edificabile prima della legge che vietava di edificare, allora si può edificare anche dopo. Più o meno come se, essendo nati prima del coprifuoco, ci fosse concesso bighellonare in strada a qualsiasi ora.

Gli avvocati Pietro e Antonio Quinto, che hanno vinto la causa, parlano giustamente di indirizzo operativo. Ma sarebbe ipocrita non riconoscere che questo indirizzo, a forza di casi simili, potrebbe diventare un’autostrada giuridica per nuove costruzioni proprio là dove pensavamo fosse rimasto solo il respiro del mare.

E così il Salento, tra una pizzica e un rogo, tra un tramonto virale e un’insegna turistica in inglese creativo, scopre che perfino la legge ambientale può essere, come i suoi litorali, un po’ sabbiosa, un po’ mobile. E che tra le parole “vincolo” e “villette” spesso vince la seconda. Anche se tutti fingono che si tratti solo di una coincidenza tecnica.

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Last modified: Giugno 23, 2025
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