Lecce (lunedì, 6 ottobre 2025) — Sarà proiettato questa sera al DB d’Essai di Lecce il nuovo lavoro di Alessandro Piva, regista che negli anni si è imposto come una delle voci più originali del cinema italiano contemporaneo. Il docufilm, dal titolo “Fratelli di Culla”, porta sul grande schermo un tema spesso rimasto ai margini del dibattito pubblico: l’infanzia abbandonata nell’Italia del boom economico e dell’emancipazione femminile. Un’opera che unisce sensibilità sociale, rigore narrativo e grande forza emotiva, offrendo al pubblico non solo una ricostruzione storica ma anche una riflessione sul presente.
di Nicola De Dominicis
Il film ha già ottenuto riconoscimenti prestigiosi: è stato selezionato come titolo di apertura del concorso italiano al Bif&st 2025 e premiato con il Media Fenix per il miglior montaggio al SalinaDocFest, festival internazionale dedicato al documentario d’autore. Produzione e distribuzione vedono il coinvolgimento di Seminal Film, Rai Cinema, Apulia Film Commission e il sostegno del Ministero della Cultura, a conferma del forte interesse istituzionale per un progetto che coniuga impegno artistico e valore civile.
Ma parlare di Alessandro Piva significa anche dover ricordare una carriera segnata da traguardi importanti. Regista barese, ha raggiunto il successo con “LaCapaGira”, film d’esordio premiato con il David di Donatello che ha raccontato con autenticità e ironia il mondo di Bari, lontano dagli stereotipi. Da allora ha saputo muoversi tra cinema e documentario, affrontando temi scomodi e socialmente rilevanti, senza mai rinunciare a uno stile personale, asciutto e diretto. Le sue opere successive hanno consolidato la sua reputazione di autore capace di coniugare impegno e qualità estetica, ricevendo apprezzamenti sia dal pubblico che dalla critica.
Con “Fratelli di Culla”, Piva sceglie di dar voce a un passato dimenticato, restituendo dignità a storie di bambini nati in un’epoca di profondi cambiamenti, spesso lasciati ai margini ma inevitabilmente legati alle trasformazioni sociali e culturali dell’Italia del dopoguerra. La proiezione leccese assume così un valore simbolico: non solo un evento cinematografico, ma un’occasione per riflettere sulle radici della società contemporanea e sul ruolo che il cinema può avere nel raccontare la memoria collettiva.
Un docufilm che si presenta come testimonianza, ma anche come strumento di dialogo con le nuove generazioni, chiamate a fare i conti con il passato per comprendere meglio il presente.
Immagine: locandina ufficiale del docufil.
Last modified: Ottobre 6, 2025

