Lecce (venerdì, 27 giugno 2025) — Il mare, da queste parti, è ancora blu. Ma per metterci i piedi, oggi, serve una carta di credito a lunga tenuta e un certo sangue freddo.
di Valeria Russo
Il Salento, che una volta era un’idea di libertà tra ulivi e sabbia calda, adesso è anche un listino prezzi, aggiornato alla voce “ombrellone più due lettini”, con supplemento per il parcheggio, per la prima fila, e – udite udite – persino per il diritto di respirare l’aria salmastra senza portarsi da casa la birra fresca.
Lo dice un’indagine di Udicon – l’associazione dei consumatori, categoria che ormai dovrebbe avere un sindacato tutto suo – che ha avuto il coraggio (e la pazienza) di farsi passare per cliente per tastare il polso economico degli stabilimenti balneari salentini. Telefono alla mano, si sono finti vacanzieri. E chissà che tono avranno usato: “Salve, quanto mi costa il privilegio di una striscia d’ombra e due lettini su cui adagiare le fatiche dell’inverno?”
Ecco, il verdetto. L’Adriatico – solitamente più burbero del suo fratello Ionio – si prende una piccola rivincita: costa meno. A San Cataldo e Torre Chianca, per esempio, si può ancora sognare il mare con 20 euro in tasca, se si arriva in bassa stagione e si accetta di stare nelle retrovie. A Otranto, perla con pedigree, si arriva al massimo a 45 euro. Melendugno, invece, inizia a flirtare con l’alta finanza balneare: Torre dell’Orso e San Foca possono portarti a sborsare fino a 70 euro per la prima fila. E per il parcheggio, nemmeno l’illusione della gratuità: ticket obbligatorio o camminata epica sotto il sole cocente.
Sull’altro versante, lo Ionio, le spiagge si fanno più glamour e i prezzi lo seguono con slancio. A Gallipoli si resta tutto sommato nei binari: 20-50 euro, variabili con la stagione e l’umore del gestore. Ma è più a nord che il portafogli inizia a sudare. Porto Cesareo e Torre Lapillo – le regine dell’hype estivo – stanno al mare come Cortina sta allo sci. Si parte da 25 euro in bassa stagione e si vola a 95 euro in alta, se si ha l’ardire di scegliere uno di quei lidi “in” che sembrano progettati da un archistar e gestiti da un consulente finanziario.
E c’è di più. Il nuovo totem del litorale è il divieto alla borsa frigo. Il piccolo termico da spiaggia, simbolo democratico del turismo popolare, oggi è un oggetto sovversivo. Perché vuoi mettere una parmigiana fatta in casa contro il panino gourmet (con sorpresa) a 14 euro del bar dello stabilimento?
Senza mappa completa – mancano riferimenti a zone come Torre San Giovanni o il Capo di Leuca – l’indagine è comunque uno specchio fedele di quello che è diventata l’estate salentina: una trattativa. Tra il desiderio di mare e la realtà del prezzo.
Il consiglio, alla fine, è quasi tenero: controllate i listini prima di sognare. E magari chiedetevi se pagare 70 euro per due ore di ombra non sia la versione balneare dell’affitto in centro a Milano. Resta il mare, certo. Ma l’idea che ci fosse un tempo in cui bastava un telo, un panino e la voglia di fare il bagno… quella, ormai, si è persa tra le prime file.
Last modified: Giugno 27, 2025