Lecce (domenica, 08 giugno 2025) — Il gasdotto Tap potrà raddoppiare la propria capacità di trasporto, passando da 10 a 20 miliardi di metri cubi di gas l’anno, senza necessità di sottoporsi a una nuova Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
di Valeria Russo
È quanto stabilito dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che ha autorizzato l’intervento ritenendo che le modifiche previste non comportino impatti ambientali significativi. La decisione ha sollevato reazioni contrastanti, ma trova il sostegno dell’assessore regionale Fabiano Amati, che la definisce “tecnicamente fondata e corretta”. Amati sottolinea che i lavori – che includono la realizzazione di edifici tecnici e modifiche all’attuale linea di derivazione – saranno circoscritti al perimetro già esistente dell’infrastruttura, escludendo interferenze con l’ambiente o il paesaggio. Tuttavia, l’assessore ribadisce la necessità di ottenere adeguate compensazioni economiche per la Puglia, regione che continuerà a ospitare un’infrastruttura energetica di interesse nazionale ed europeo. «La legge regionale e una sentenza della Corte costituzionale – ricorda – prevedono indennizzi proporzionati alla concentrazione di impianti energetici sul territorio. È ora che questi vengano applicati anche al potenziamento di Tap». Amati fa riferimento a una norma regionale che consente di destinare le compensazioni economiche a riduzioni delle bollette per i cittadini, calcolate sugli utili – e non sulle tariffe – fino a un massimo del 3%. Si tratta di risorse distinte da quelle ambientali e non legate direttamente alla VIA. Nel commentare la decisione ministeriale, l’assessore non risparmia critiche al passato: «Se lo stesso approccio pragmatico fosse stato adottato nella prima fase della realizzazione del gasdotto, oggi parleremmo di compensazioni calcolate su 20 miliardi di metri cubi, e non soltanto su 10. Ma le proteste ideologiche dell’epoca hanno fatto perdere opportunità importanti». Un riferimento, questo, anche al contesto geopolitico recente, che – secondo Amati – ha fatto emergere con forza la vulnerabilità dell’Italia rispetto alle forniture energetiche, aggravata dalla crisi derivante dalla guerra in Ucraina e dalla dipendenza dal gas russo. Soddisfazione è stata espressa anche dalla società Tap, che in una nota ufficiale ha accolto positivamente il decreto del Ministero. La società ha confermato che gli interventi riguarderanno esclusivamente l’adeguamento dell’attuale Terminale di Ricezione (PRT) di Melendugno e non comporteranno nuovi impatti rilevanti sull’ambiente. Tap ha inoltre ricordato che l’effettiva realizzazione degli interventi sarà subordinata agli esiti del cosiddetto Market Test, il processo regolatorio che stabilisce la sostenibilità commerciale dell’espansione. Intanto, il raddoppio della capacità del gasdotto segna un nuovo capitolo per la discussa infrastruttura, al centro di un equilibrio delicato tra esigenze energetiche, tutela ambientale e diritti delle comunità ospitanti.
Last modified: Giugno 8, 2025

