Lecce (sabato, 28 giugno 2025) — Succede anche questo, in Italia. Che un piccolo paese come Supersano, incastonato nell’entroterra salentino, decida che il futuro passa per i suoi vicoli. Non quelli asfaltati in fretta per farci passare il Giro, ma quelli veri, quelli storti, con i balconi bassi, le porte ancora di legno e il profumo di cucina che esce al tramonto.
di Valeria Russo
Qui, oggi 28 giugno, prende forma la quinta edizione di Vicoli Vivi, manifestazione dal nome curioso e profondamente sensato. Perché l’Italia, diciamocelo, è fatta più di vicoli che di viali, e la vita vera – quella che sa di vino e di vocazioni lente – si fa ancora lì.
La Pro Loco di Supersano, con una regia degna di una compagnia teatrale appassionata e tenace, mette in scena uno spettacolo diffuso: degustazioni, musica, incontri, parole. Il tema di quest’anno è Tradizioni Future, che sembra un ossimoro ma è invece una dichiarazione d’intenti. Non c’è nulla di più moderno, oggi, del saper conservare bene ciò che si ha. A patto che non lo si trasformi in cartolina.
In più di venti cantine – non enoteche fighette, ma cantine vere, con il vino che sa ancora di terra – si potrà bere ascoltando storie. Non slogan, non marketing, ma racconti di mani e di stagioni. Ogni bicchiere è un piccolo trattato sulla biodiversità, sull’orgoglio contadino, sulla possibilità di essere moderni senza diventare tutti uguali.
A fianco del vino, lo street food contadino: piatti che non si inventano ma si ereditano. Cucine che rispettano il ritmo della campagna, con prodotti che hanno un nome, un’origine e – quasi sempre – anche un volto. Non c’è QR code, qui: ci sono anziani che sanno fare il formaggio, cuochi che non vogliono diventare chef, massaie che impastano e si raccontano.
A dare una cornice teorica a tutto questo ben di Dio, ci pensa un talk d’apertura dal titolo vagamente epico: Radici antiche, visioni moderne. Un panel di nomi importanti – senatori, docenti, manager, foodteller (categoria che in altri paesi non esiste, ma che qui è di casa) – parleranno di turismo, sostenibilità, sapori. E poi, come in una parabola ben riuscita, si uscirà a mettere in pratica tutto tra i vicoli, dove il vino parlerà più chiaro di qualsiasi keynote.
Il paese, la sera, suonerà. Letteralmente. Artisti e dj locali – da Zingarua ai Salento Rockers, passando per Sam D. e le consolle di Francesco Fisotti e soci – trasformeranno il centro storico in una piazza danzante. Fino al gran finale: i Sud Sound System, che nel Salento sono molto più che una band. Sono una forma musicale di riconoscersi, una reggae-grammatica della terra, con il dialetto a battere il tempo.
Vicoli Vivi è, nel suo piccolo, un manifesto: si può fare innovazione senza dover vendere l’anima. Si può parlare di futuro senza dimenticare i nomi delle cose. Si può tenere insieme il ritmo del tamburello e il silenzio del vino che fermenta.
E se proprio volete una definizione, forse Vicoli Vivi è una festa. Ma di quelle buone, che finiscono a notte fonda, con la sensazione – rara e preziosa – di essere stati parte di qualcosa che valeva la pena. Anche solo per un calice, un vicolo, un abbraccio.
Last modified: Giugno 30, 2025